Marketing

CP...Che? Piccola guida sul Performance Marketing e le sue sigle

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Qui, infatti, cercheremo di farvi una panoramica generale, chiarendo cosa stanno ad indicare queste sigle di derivazione anglosassone, così da aiutare ognuno di voi a districarsi meglio tra i, potremmo definirli, "metodi di pagamento" e i costi della varie strategie di performance marketing; in questo modo, sarà più semplice scegliere quella più adeguata al raggiungimento dei vostri obbiettivi. Di seguito, troverete quindi le principali realtà che vi possono essere proposte dall’azienda esperta di digital marketing alla quale decidete di appoggiarvi, qualunque essa sia.

Per cominciare, tra le varie sigle del performance marketing, abbiamo deciso di partire dal più antico metodo di acquisto del settore: il CPI (Cost Per Impression). Per impression, si intende il numero di volte in cui la vostra campagna pubblicitaria (ad esempio, un banner) viene visualizzata dagli utenti/potenziali clienti. Nel caso in cui il pagamento venga effettuato su mille impression, si parla di CPM (Costo Per Mille) o CPT (Cost Per Thousand). Si parla di CPMO, invece, quando si vuole intendere il pagamento al raggiungimento di mille aperture, ad esempio in una campagna di Email Marketing. “Ok, ottima spiegazione – starete pensando – ma a cosa serve il CPI? In quale caso è realmente utile per la mia azienda/attività?”. Ecco la risposta: realizzate una campagna CPI se il vostro scopo è quello di fare quella che, in gergo, viene detta brand awareness; insomma, se il vostro obbiettivo è quello di far conoscere il vostro marchio.

E se invece lo scopo finale è quello di ottenere dati e informazioni sugli utenti ai quali, successivamente, proporre i nostri prodotti/servizi? Se, per dirlo nel linguaggio digitale, vogliamo generare nuove lead?

In questo caso, ovviamente, sentirete parlare di CPL (Cost Per Lead) e il pagamento, quindi, viene effettuato ogni qualvolta si ottiene un contatto. Volete un esempio pratico per capire meglio? Noi ve ne diamo due perché, come dicevano i latini, melius abundare quam deficere.

Prima possibilità: realizzare un form da compilare, dove gli utenti devono inserire i propri dati per, ad esempio, richiedere informazioni.

Seconda opzione: immaginate di realizzare una campagna DEM e, per esempio, richiedere i dati personali (di conseguenza, ricavando lead) in cambio dell’iscrizione alla vostra newsletter.

Ancora, esistono altre due sigle del performance marketing che, secondo noi, vale la pena di spiegare: il CPC (Cost Per Click) e il CPA (Cost Per Action/Acquisition).

Nel primo caso, il pagamento da effettuare viene calcolato sulla base dei click effettuati dagli utenti. Il click, ovviamente, può avvenire in vari modi, in base alla tipologia della campagna che avete scelto. Può essere il click ad un banner pubblicitario, oppure quello ad un link o, ancora, ad una mail (newsletter o, più in generale, tramite una campagna DEM).

Infine, il Cost Per Action o Acquisition. In questo caso, pagherete ogni qualvolta l’azione concordata a monte come scopo della vostra campagna andrà in porto. L’obbiettivo finale può essere quello di ottenere la registrazione alla vostra newsletter, la compilazione di un form, ma anche l’acquisto di un prodotto.

Se volete sfruttare le potenzialità del performance marketing, rivolgetevi ai nostri esperti, che chiariranno tutti i vostri dubbi e vi aiuteranno nella scelta della strategia più adatta alle vostre esigenze di mercato.
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