La dinamica alla base dei social network, nonché ciò che ha permesso la nascita e l’ascesa degli influencers, è la possibilità per gli utenti di
condividere dei contenuti senza particolari limiti (al di là del regolamento delle piattaforme). Con la progressiva perdita di fiducia verso l’influencer marketing e le sponsorizzazioni celate come possibile, l’attenzione dei marketer si sta spostando sui contenuti 100% originali generati dagli utenti.
Senza spingersi fino alla stipula di un vero e proprio contratto, ci sono alcune soluzioni che possono concedere ai brand occasioni per migliorare la propria reputazione. Ecco qui alcune buone pratiche per sfruttare l’user generated content al meglio:
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Un’esperienza positiva è la base:
secondo un report del 2016, tra tutti gli utenti che fanno uso di un prodotto e ne elaborano un giudizio positivo, il 75% di loro lo condividerà online. Ovviamente, per far sì che gli utenti parlino positivamente, l’oggetto della discussione dovrà offrire loro abbastanza valore da spingerli all’azione. Se un prodotto o servizio si rivela valido, tre quarti dei suoi acquirenti potrebbero potenzialmente esprimere la loro soddisfazione in un contesto pubblico, risultando a loro volta “influencer” e plasmando l’opinione pubblica.
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Gli utenti più meritevoli vanno promossi: così com’è avvenuto per gli influencer, alcuni clienti particolarmente meritevoli spesso vengono citati dai brand sulle pagine ufficiali, dando loro visibilità e appagamento. A differenza dei contenuti sponsorizzati tuttavia, quelli degli utenti “normali” spesso danno ai marchi non solo occasioni di condividere quanto venduto in un’ottica positiva, ma anche di
dimostrare l’attenzione nei confronti dei clienti, cementando la reputazione e la percezione di un buon customer service.
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Una comunità unisce diverse voci: tra gli utenti più vicini ai brand bisogna citare, oltre agli influencer, anche i
brand ambassador. L’insieme di queste personalità spesso dà vita a delle vere e proprie community di persone, riunite per la condivisione di un bene o un servizio e interessate ad approfondirne le caratteristiche o discuterne le qualità. Grazie alla coltivazione di una
community sui social di questo tipo, erede di tutte quelle dinamiche tipiche dei vecchi forum, i brand possono monitorare la loro reputazione e influenzare quegli utenti che, più di tutti, desiderano condividere le loro esperienze in proposito.
Nel panorama digitale gli utenti sono passati dall’essere i destinatari della comunicazione a diventarne veri e propri produttori,
cruciali in più fasi della strategia promozionale. Per gestire al meglio i propri contatti non può assolutamente mancare, nella strategia brand, un processo strutturato di
lead nurturing, attraverso cui è possibile gestire ogni utente, fidelizzato o meno, con un rapporto one-to-one.