Come abbiamo visto nei paragrafi precedenti, gli oggetti del mondo dell’Internet of Things sono
programmati per svolgere operazioni anche molto complesse in modo autonomo.
Possiamo dunque dire che il primo vantaggio è l’alta efficienza in tempi rapidi; ma se il tempo è denaro, un fattore strettamente connesso è sicuramente anche il risparmio in termini economici.
Il processo di elaborazione da macchina a macchina è certamente più rapido ed efficiente di quello tra uomo e uomo, pertanto molto più conveniente. Pensiamo, ad esempio, ad
un’azienda che si occupa di imballaggio di prodotti alimentari: l’investimento in apparecchiature di etichettatura sarà probabilmente molto oneroso all’inizio, ma consentirà di ottenere risultati ineguagliabili in termini di quantità e qualità rispetto alle obsolete procedure manuali.
La logica della macchina che sostituisce l’uomo, soprattutto in attività estremamente usuranti, ha poi senza dubbio contribuito a migliore il tenore di vita delle persone, ma al contempo, ha favorito la nascita di nuovi bisogni.
Oltre quindi alla fase produttiva, anche per la
promozione dei prodotti questo cambio di paradigma può rappresentare una grande opportunità per le aziende; gli oggetti sono diventati ormai fondamentali, se non indispensabili, per soddisfare un numero infinito di esigenze.
Tra l’altro, la possibilità di
interagire con il dispositivo mette l’utente nella condizione di poter comunicare direttamente bisogni e necessità; e se, come abbiamo detto, l’oggetto smart è capace di connettersi in rete, le aziende hanno modo di ottenere dati utilissimi sulle preferenze degli utenti e adeguare le loro strategie di marketing di conseguenza.
Accanto al concetto di Internet of Things, entra qui in gioco quello di Big Data, dove “big” sta proprio a indicare il volume e la complessità dei dati che i dispositivi connessi raccolgono. Lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale sta contribuendo ad arricchire sempre di più i profili degli utenti: oltre ai dati anagrafici, strumenti come
Alexa riescono a capire gli interessi degli utilizzatori e ad adeguare i contenuti in base alle preferenze. È chiaro quindi che, potendo attingere a tutte queste informazioni, le aziende siano
facilitate nella definizione dei target; di conseguenza, il livello di customizzazione, e quindi l’efficacia, del contenuto pubblicitario saranno elevatissimi.
I marketer hanno quindi, rispetto al passato, molto più spazio di manovra. Saper coadiuvare internet delle cose e marketing, sfruttando gli interessi degli utenti per trasformali in clienti, è possibile però soltanto con
un piano di comunicazione ben strutturato e collaudato.
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