Come si può dedurre da ciò che è stato detto fino a qui, la
banner blindness rischia di diventare un grande ostacolo per le aziende che intendono promuovere sé stesse e i propri prodotti o servizi online. Questa, infatti, può avere un grave impatto sulle strategie pubblicitarie, le quali, anche se ben studiate e progettate, possono non ottenere il risultato sperato e, quindi, gravare molto sulle scelte di business e sull’investimento effettuato.
Una buona consapevolezza sugli effetti di tale fenomeno, però, può sicuramente aiutare i brand nello sviluppo e ideazione di nuove misure da adottare, per poter raggiungere il pubblico di riferimento e rendere le proprie forme di advertising rilevanti, visibili e accattivanti.
In un simile contesto,
una delle soluzioni più vantaggiose per ridurre notevolmente le minacce del banner blindness è il
native advertising.
Abbiamo parlato diverse volte di questo tipo di pubblicità in nostri precedenti articoli (un esempio è
qui), mettendo in evidenza come
gli annunci nativi, data la loro caratteristica peculiare di adattarsi perfettamente al contesto visivo della pagina in cui vengono inseriti,
non interrompono la navigazione dell’utente sul sito, ma
ne attraggono l’attenzione in modo naturale, coinvolgendoli e portandoli a compiere l’azione desiderata.
Il native advertising, quindi, può essere considerato la risposta al problema della cecità da banner e alla crescente attitudine degli utenti ad ignorare gli annunci online. Come possono, però, le imprese ottenere i massimi risultati da questa tipologia di promozione?
Affidarsi ad aziende leader nel web marketing, con anni di esperienza nello sviluppo di strategie a performance, come
Ediscom, è un’ottima soluzione. La nostra digital company, infatti, insieme a Nativery, impresa parte del gruppo, è in grado di analizzare con cura i bisogni del partner e ideare campagne pubblicitarie native ad hoc, che intercettino il target di riferimento e portino al raggiungimento di alte prestazioni. Vediamo un esempio pratico di seguito.