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Content creation vs content curation: differenze e utilizzo integrato

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Nel performance marketing, soprattutto sui social network, i contenuti sono la fonte principale di interazione con gli utenti. La loro diffusione, che sia originale o ri-condivisa, è ciò che ha permesso a questi attori di assumere un ruolo così importante online negli ultimi anni. Dato un simile contesto, il confronto content creation vs content curation è pressoché immediato.

Un’azienda che desidera aumentare il proprio database, farsi conoscere e raggiungere nuovi clienti, come potrebbe gestire una strategia basata sui contenuti? Cosa dovrebbe favorire nel suo marketing mix tra content creation vs content curation? Iniziamo a vedere le due definizioni di queste sigle, per poi conoscerne meglio gli aspetti caratteristici!

Content creation vs content curation: che cosa sono?

Per capire al meglio il peso che questi due diversi metodi di gestione dei contenuti hanno all’interno di una campagna, iniziamo a distinguerli in base al loro significato.

- Content creation: come facilmente intuibile, questo termine indica la creazione di contenuti originali. Si tratta, dunque, di materiale creato dall’azienda che per prima lo pubblica online, condividendolo con i suoi contatti e cercando di ampliare il proprio pubblico. Con l’esponenziale crescita dei creatori di contenuti e il ritmo sempre più serrato dei calendari di pubblicazione, produrre in autonomia il 100% dei propri contenuti è diventato sempre più difficile.

- Content curation: questa terminologia identifica, invece, un processo che non richiede la creazione di nuovi contenuti. La content curation infatti si può descrivere nell’atto di raccolta, selezione e ri-condivisione di contenuti terzi, adatti al proprio pubblico e funzionali ad ampliare la portata dei propri post e le relazioni con altri player sulla piattaforma. Condividere qualcosa di già esistente, se fatto bene, può portare ottimi risultati, restando comunque meno faticoso e impegnativo della creazione di materiale originale.

Content creation: vantaggi e svantaggi

Nel rapporto content creation vs content curation, entrambe le soluzioni hanno pregi e difetti riconoscibili. Partendo dal primo caso, l’originalità e la proprietà intellettuale sui contenuti creati sono un valore aggiunto unico e non replicabile; secondariamente, Google favorisce molto nel posizionamento materiale creato da zero, soprattutto se ottimizzato in ottica SEO; infine, in ottica di branding, l’espressione di un’opinione ragionata e personale rafforza l’immagine che si dà del proprio business al pubblico, aumentandone la fiducia e l’engagement.

La content creation, come prevedibile, ha anche degli svantaggi: il maggiore è indubbiamente la quantità di tempo ed energie richieste per mandare avanti una strategia basata al 100% sull’originalità. Inoltre, non basta semplicemente “produrre” materiale: questo dev’essere in linea con il target, innovativo e di qualità. Creare contenuti poco interessanti può, paradossalmente, risultare inutile se non controproducente.

Content curation: vantaggi e svantaggi

La content curation, a sua volta, ha dei punti di forza innegabili, legati però a debolezze intrinseche. In primis, condividere contenuti esistenti è molto più facile e veloce di crearne nuovi; allegando a questi un punto di vista personale si aprirà anche la possibilità di dibattito e creazione di relazioni con potenziali clienti e competitor; infine, la condivisione di post e materiali di terzi renderà l’intera comunicazione meno “brand-oriented”, aumentando l’eterogeneità dei contenuti ed evitando di concentrare tutto il focus esclusivamente sui propri prodotti.

Quando si tratta di fonti terze, però, bisogna stare molto attenti: non solo si corre il rischio di pubblicizzare involontariamente i propri competitor, ma anche di affidarsi a fonti poco attendibili. Ecco dunque che un’attenta raccolta e selezione dei contenuti minimizzerà questi sconvenienti, rendendo la content curation un valore aggiunto al 100%.

Content creation vs content curation: quale scegliere?

Date le sfaccettature di questi due approcci alla creazione e condivisione di contenuti, quando conviene favorire uno o l’altro? La risposta, purtroppo, non è definita né immediata. Una buona “rule of thumb” indicherebbe un rapporto del 60% per la creation e 40% per la curation, variando nel tempo in base ai feedback ricevuti dal proprio pubblico di riferimento e ad ulteriori esigenze editoriali.

Il nostro consiglio, che si tratti di una o dell’altra soluzione, è quello di affidarvi a professionisti della comunicazione come Ediscom. Così facendo, non solo sarà possibile stabilire obiettivi personalizzati, ma anche dare il via ad una strategia di pubblicazione online (social network, sito o blog aziendale) in grado di intercettare davvero l’interesse del proprio bacino d’utenza, sfruttando le più moderne tecnologie di condivisione e analisi.

Con una digital company affermata come Ediscom, la strategia e i risultati ottenuti andranno ben oltre un semplice discorso di content creation vs content curation. Per saperne di più, non esitate a contattarci!
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