Abbiamo già parlato in passato delle buyer personas (note anche come
marketing personas); nell’inbound marketing questi profili immaginari permettono di
ridurre il livello di astrazione e guidare la creazione dei contenuti in modo più mirato.
Per costruire una
buyer persona quanto più accurata possibile il primo step è
definire al meglio l’offerta del bene/servizio da promuovere. Senza una conoscenza profonda di quanto proposto e dell’ambito di riferimento non è possibile creare alcun modello verosimile. Secondariamente,
l’accumulo e lo studio dei dati può dare
indicazioni di massima su quelle che sono le variabili più note: età, genere, interessi, potere d’acquisto, geolocalizzazione.
Dall’insieme di queste conoscenze è dunque possibile creare una serie di
modelli “stereotipati”, su cui basare le proprie campagne. Vista la grande attenzione che l’inbound marketing pone verso il cliente, sbagliare questo passaggio può portare ad
una serie di ripercussioni negative: una creatività con un linguaggio fuori luogo, la scelta di un’estetica troppo spinta, l'utilizzo di canali comunicativi sbagliati e così via. Trattandosi di strategie di comunicazione ad alta qualità, il cadere in errore su una variabile è in grado di minare l’efficienza dell’intero processo.
Che si tratti di SEO, approcci alla strategia o creatività, per ottenere i massimi risultati dal marketing inbound non è sufficiente porre il cliente al centro dell’attenzione.
Le variabili che ruotano intorno a questa figura sono, una ad una,
strettamente collegate tra loro e in grado di influire sul risultato finale.