L’analisi dei lead è utile in diverse circostanze, a prescindere dal fatto che la campagna sia già terminata o sia ancora in corso d’opera.
È possibile, ad esempio, compiere
un’analisi a posteriori dei lead sulle campagne concluse, per capire in base alle loro interazioni e al loro albero decisionale quali parti del funnel sono risultate fondamentali e quali, invece, sono state ignorate. Quante informazioni sono state inserite nel form oltre a quelle obbligatorie? Qual è stato il tempo di permanenza sulla pagina di atterraggio? Le informazioni inserite sono corrette e verificabili? Il contatto era già presente nel database?
Capire quali sono state le caratteristiche chiave dei precedenti invii, che hanno portato i lead acquisiti in passato a cedere i propri dati, sarà una base di partenza molto
importante per strutturare le campagne future. Questo approccio risulta ancora più efficace quando un’azienda, magari competendo in un mercato specifico, lancia diverse campagne rivolte ad un target ben definito e invariato nel tempo.
La lead analysis, non bisogna dimenticarselo, è uno strumento proficuo anche durante il corso stesso di una campagna. In che modo questa può essere utilizzata? Procedendo ad esempio per
A/B testing, analizzare i lead ottenuti in uno o nell’altro funnel permetterà di capire quale dei due sia più performante.
È possibile, ad esempio, vedere la velocità di conversione media dei lead ottenuti, quali e quanti dati questi abbiano inserito in fase di registrazione, quali elementi abbiano portato potenziali lead ad abbandonare la pagina o quanti dei lead registrati abbiano già provato a portare a termine un acquisto.
Il performance marketing oggi si basa sull’analisi dei dati e uno metodo di lavoro che include la lead analysis è in grado di fornire un contributo fondamentale per ottimizzare le campagne in tempo reale,
massimizzandone le performance e il ROI.