Differenti piattaforme, differenti approcciAbbiamo già anticipato questo concetto nel paragrafo precedente, ma si tratta di qualcosa di troppo importante per non essere approfondito. Il successo di diversi social network nello stesso momento è dovuto ad una loro differenziazione molto precisa: che senso avrebbe essere attivi su più social a parità di impostazione, contenuti e interfaccia?
LinkedIn favorisce un contenuto testuale,
Instagram parla attraverso le immagini,
Tik Tok attraverso i video e così via.
Un prodotto o un servizio pubblicizzato da un’azienda, date le sue caratteristiche, risulterà
più affine ad una o all’altra piattaforma: in quel momento la sensibilità del marketer farà la differenza, nel momento in cui questo saprà valorizzare quanto offerto sui social ideali e creerà reinterpretazioni coinvolgenti per ottenere risultati discreti anche in ambienti strutturalmente poco congeniali.
Target uguale, pubblici diversiNel passaggio dalla definizione di un target alla comunicazione con quest’ultimo, deve avvenire un passaggio di moltiplicazione e separazione: il target può anche essere uno solo, ma ogni piattaforma dovrà essere considerata come un pubblico a parte.
Le stesse dinamiche interne ai social permettono ai brand di approfittare di diverse tipologie di interazione: in questo momento
i gruppi su Facebook sono un ottimo contenitore in cui “allevare” una base di utenti fortemente fidelizzata; Instagram, con i suoi Reels e Stories, si presta molto bene per campagne di comunicazione basate sui teaser, ossia sul creare aspettativa condividendo informazioni parziali.
Anche una variabile apparentemente di secondaria importanza come
l’orario di pubblicazione è in grado di influenzare molto pesantemente il rendimento di un post: nessun marketer si sognerebbe di pubblicare un contenuto destinato ad un pubblico italiano nel pieno della notte, ma la semplice distinzione tra “giorno” e “un determinato orario del giorno” può ribaltare la portata organica del contenuto.
Attenzione all’eccessiva ripetitivitàI social media sono indubbiamente uno strumento utile per i marketer e un’occasione di svago per gli utenti, ma la loro presenza costante, per non dire ubiqua, nel lungo periodo si sta rivelando sempre più complessa da gestire correttamente.
Perché è importante differenziare i contenuti sui diversi social? Può spesso capitare che numerosi utenti, particolarmente fidelizzati, seguano i brand in più piattaforme. Pubblicare contenuti identici, magari anche nello stesso istante, su tutti i social media è
un comportamento errato, se non controproducente: nel momento in cui un utente vede lo stesso post su Instagram e su Facebook non solo sarà verosimilmente indifferente, ma rischierà addirittura di infastidirsi, togliendo la propria iscrizione.
Numerosi studi americani si occupano del rapporto tra i social media e la loro utenza, coniando termini come “
Social Media Fatigue” e “
Social Media Burnout”: in un sistema dove i contenuti sono in continua crescita e sempre più intrusivi, una differenziazione e un’attenzione alle esigenze della propria utenza permettono di distinguersi dal sottofondo.
Una strategia complessa non dev’essere per forza difficileQual è dunque la soluzione?
Una pubblicazione costante differenziata sulle migliori piattaforme, in cui i contenuti sono ottimizzati nella forma e nel contenuto, per un target definito e abbastanza attraenti per fare breccia come post sponsorizzati.
Sebbene una risposta del genere in un primo momento possa mettere in soggezione, con una buona organizzazione è possibile tenere traccia di tutti i post pubblicati, calendarizzare in base alle esigenze i contenuti in via di pubblicazione e definire al meglio dove conviene sponsorizzare.
Per quanto riguarda i formati delle immagini abbiamo già articoli dedicati per
Facebook,
Instagram,
Twitter e
LinkedIn. Con una corretta pianificazione è possibile ottenere grandi risultati dal social advertising, soprattutto in questo momento storico in cui sono completamente immersi nella nostra quotidianità.