Data la
forte componente creativa del buzz marketing, starà nella bravura dei marketer individuare quelli che potrebbero essere gli aspetti più curiosi, attraenti e interessanti per il pubblico su cui vogliono impattare.
Vista la grande varietà di scenari online in cui è possibile interagire con altri utenti, una volta definito l’elemento attorno a cui si vuole creare interesse e “buzz”, sarà sufficiente condividerlo tramite un account o una pagina chiaramente identificabili e legati alla campagna.
Prendiamo come esempio
un produttore di elementi tessili, specializzato nella creazione di tessuti e fantasie personalizzati. Un esempio di buzz marketing, partendo da una comunicazione social, potrebbe essere la condivisione di numerosi post (sponsorizzati per impattare su un pubblico ben definito) contenenti immagini delle texture più innovative, caratterizzate da colori accesi e fantasie variegate. Un indizio del genere, in grado di
attirare l’attenzione e al contempo non svelare interamente la sua essenza, risulterà perfetto per incuriosire gli utenti e attirarli a cliccare sui post, rimandandoli ad un contenuto più strutturato e predisposto per spiegare loro quanto offerto.
Lo stesso negozio potrebbe, ugualmente, ricercare i forum e i blog dedicati all’arredamento per la casa, intervenendo all’interno di discussioni relative a temi aderenti ai suoi prodotti. In questo secondo caso non solo l’azione di branding sarà implicita, ma moderando la discussione in modo sapiente sarà anche possibile portare avanti una strategia di
brand management.
Potrebbero anche essere valutate, all’interno del mix promozionale, operazioni di
buzz marketing offline, geolocalizzate e strutturate per distinguersi da qualsiasi altra forma di pubblicità “convenzionale” presente.