Come abbiamo visto, il traffico di dati e utenza su TikTok sono di un’imponenza tale da fare gola a qualsiasi divisione marketing aziendale. Come e forse più di altre piattaforme social, l’adattamento al frame comunicativo imposto richiederà una
sensibilità e flessibilità nel presentarsi che farà davvero la differenza sul successo della campagna. Chiaramente, il contenuto la farà da padrone, e pensare all’ingresso di certi settori aziendali nell’app risulta pressoché utopico, ma per chiunque sarà in grado di cavalcare l’onda i guadagni in vista possono ampiamente ripagare il rischio. Un esempio pratico? Il cambiamento delle dinamiche di
customer experience.
Per le multinazionali già affermate e presenti sui social di riferimento, ma soprattutto per i progetti in via di sviluppo ed in cerca di visibilità, l’essere “i primi” ad approdare su una piattaforma nuova e scatenare processi di viralità dei contenuti consente una visibilità nel breve periodo difficilmente raggiungibile con altri mezzi. Nel primo caso si potrebbe pensare ad una serie di spot curati da un’azienda come la Coca Cola, che agisce per cementificare la sua già forte presenza nel settore giovani, magari in contrasto con altre bevande zuccherate; in secondo luogo campagne Kickstarter in cerca di fondi possono provare a presentare il proprio concept attraverso contenuti immediati, di facile comprensione e idonei per una diffusione istantanea.
Chiudiamo l’articolo con una considerazione: sebbene queste nuove piattaforme social siano molto appetibili nell’ottica di un piano di crescita e PR, queste devono tassativamente rientrare all’interno di
una più completa strategia comunicativa, esserne una parte e non l’intero. Un fenomeno come TikTok, a prescindere dalla sua presenza sul mercato, accetta al proprio interno una tipologia di fruizione contenuti a brevissimo termine, che da sola non basta per costruire una campagna sufficientemente solida di promozione. Secondariamente, il
trattamento dei dati ceduti all’app rimane ad oggi esclusivamente nelle mani della società proprietaria, ByteDance. Qualsiasi business dunque, presente su TikTok e intenzionato alla costruzione e all’utilizzo di un database per il mercato di riferimento,
dovrà guardare altrove.