Nel marketing non esistono strategie o azioni corrette rispetto ad altre, tutto dipende dalla tipologia di target a cui ci si rivolge, dagli obiettivi di business che si intendono raggiungere e dalla propria brand identity. Nonostante ciò, però, ci sono dei
principi della psicologia del marketing che risultano fondamentali per la
realizzazione di campagne promozionali ad alte prestazioni. Di cosa stiamo parlando? Di alcuni
modelli di comportamento ripetitivi dei consumatori che, se adeguatamente studiati, sono in grado di suggerire possibili soluzioni di business da adottare.
Il primo tra tutti è quello che, in questo ambito, viene chiamato
“priming”, ovvero
“innesco”. Secondo questo principio
l’esposizione ad un determinato stimolo (percettivo, sensoriale o concettuale)
influenza la risposta ad una successiva sollecitazione. Cosa significa? L’utente, per sua natura, è portato a reagire in un certo modo agli impulsi, sulla base di associazioni inconsce ormai radicate. A specifici colori (della cui importanza nel marketing abbiamo parlato
in questo nostro articolo dedicato), ad esempio, verranno ricollegati determinati valori (verde: sostenibilità, green; rosso: amore, passione) e il soggetto sarà spinto a prendere una scelta a partire da questa percezione.
Il potere di tale soluzione, quindi, sta proprio nella
capacità di esortare una decisione consapevole nel target a partire da stimoli impercettibili. Il design, in questo caso, o l’utilizzo ripetuto di alcuni termini possono influire in maniera decisiva sul successo della propria comunicazione, incentivando il potenziale cliente a compire l’azione desiderata dal brand.
Tra gli altri principi del marketing psicologico rientra il concetto di
“reciprocità”, ovvero lo s
cambio paritario che si va ad innescare tra soggetti o tra azienda e audience di riferimento. Se l’impresa offre un benefit, il consumatore si sentirà, in qualche modo, in debito con questo e farà in modo di ricambiare il favore, portando a termine il
funnel. In una campagna di
lead generation, ad esempio, proporre qualcosa dal valore reale per l’utente, potrebbe spingere quest’ultimo alla conversione e a lasciare, in cambio all’organizzazione, i suoi dati.
Oltre a quelli fin qui citati, tra i modelli di comportamento ripetitivi dei soggetti si aggiunge la
“riprova sociale”, ovvero la
tendenza a fidarsi maggiormente di ciò che consiglia la gente comune o la propria cerchia di amici, parenti o conoscenti, piuttosto che del brand o delle sue comunicazioni promozionali. Questo significa che la
reputazione, costruita nel tempo dall’azienda, ha un impatto fondamentale sui processi decisionali del target. Inserire nella propria campagna una specifica
call to action per la condivisione della promo con il proprio gruppo amicale, quindi, potrebbe risultare una scelta strategica e generare un notevole numero di nuovi clienti e l’aumento del fatturato.
Infine, un altro principio fondamentale da citare è quello della
“scarsità”. Questo
si basa sulla formula della domanda e dell’offerta: più un bene, un servizio o un’opportunità sono esclusivi, più questi acquisiscono valore e diventano preziosi per l’utente. Si tratta, cioè, di
trasferire al pubblico l’idea di una disponibilità limitata del prodotto o del tempo a disposizione, per ottenerlo a condizioni più vantaggiose. L’inserimento di una leva economica, come lo sconto, oppure di un periodo entro il quale procedere alla conversione o all’acquisto, infondono un senso di celerità nell’individuo e lo conducono velocemente all’azione.